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mercoledì 27 ottobre 2021

Yoga in gravidanza: vrkrasana

 In questo post avevamo visto il guerriero 2 con Romina in dolce attesa; oggi vedremo la posizione dell'albero, vrkasana con Rossella e Cristina.

Questa è la posizione "semplice", a me piace chiamarla "il piccolo albero", il focus non è mantenere l'equilibrio come nella posizione finale ma osservare la reazione del corpo modificando leggermente il consueto appoggio dei piedi. 

Posizionando il tallone sopra il malleolo opposto l'equilibrio non è più stabile come  nell'appoggio bipodalico ma viene leggermente perturbato, giusto quel poco che ci consente di entrare, rimanere e sentire l'asana in profondità. Trovo interessante e profonda questa versione dell'albero, ci offre la possibilità di soffermarci su ciò che accade in noi quando l' abitudine viene modificata e sta a noi ascoltarla ed accettarla. Quale realtà migliore della gravidanza rispecchia questo stato di cose? Quanti cambiamenti  avvengono nella donna in attesa? Solo lei lo sa.

Lo yoga, se praticato con consapevolezza e quasi devozione ci insegna molto sulla vita, la pratica dal tappetino si trasferirà in modo spontaneo e naturale nella vita quotidiana. I dubbi, le paure si dissolvono, la pratica ci insegna a rimanere lucidi e presenti nell'atto del fare o anche del non fare, non lasciamoci trasportare da quello che non esiste più o da quello che forse potrebbe esistere ma che nella realtà -nell'adesso- di fatto, ancora non esiste. Sforziamoci inoltre di accettare i cambiamenti e non sprechiamo energie nel cercare di trattenere o rimanere ancorate/i a ciò che sta cambiando, il cambiamento è vita!

Grazie a Cristina e Rossella per aver acconsentito allo scatto e alla sua pubblicazione.

 ESECUZIONE

  • Rilassiamo le spalle, ruotiamole indietro e lasciamole poi indietro e in basso; il collo è stabile al centro.
  • Da tadasana (con le gambe leggermente separate) solleviamo il tallone destro e posizioniamolo sulla parte superiore del malleolo sinistro; i due piedi dovrebbero formare un angolo di 90°.
  • Congiungiamo i palmi delle mani in namaskar mudra mantenendo le spalle allineate tra di loro, e per quanto possibile anche il bacino prova a rimanere frontale.
  • Dristhi (focalizzazione dello sguardo) altezza dell'orizzone visivo fermo su un punto piccolo davanti a noi, se la posizione è confortevole posso chiudere gli occhi e portare lo sguardo in convergenza al centro delle sopracciglia.

CONCENTRAZIONE

  • All'inizio sull'allineamento delle spalle, delle anche e dei piedi.
  • L'impegno è nel mantenere lo sguardo fermo (non lo faccio vagare intorno).
  • Sensazione di calore tra le due mani e ascolto del contatto di una accanto l'altra.
  • Sensazione di radicamento stabile e sicuro a terra, ascolto delle piccole oscillazioni corporee, impegno nel NON contrastarle ma accettarle, quasi farsi lievemente "cullare" da queste.
  • Attenzione alle sensazioni di tutto il corpo, completo ascolto.



PRANAYAMA: UJJAYI

UJJAYI

Non vi è concordanza nelle interpretazioni del termine "ujjayi", c'è chi lo chiama il respiro del "vittorioso" chi respiro ad "alta voce".

Questa respirazione spesso accompagna sequenze di asana (come nel saluto al sole) ma può essere praticato anche come mero pranayama, quindi stando seduti con la schiena ben dritta.

Ciò che accomuna entrambi i metodi è il blocco parziale della glottide, questo restringe i condotti di entrata ed uscita dell'aria quindi sia l'inspiro che l'espiro risultano essere "frenati".

POSIZIONE

Seduti a gambe incrociate (nella posizione più confortevole per noi). Le braccia sono tese ed i dorsi delle mani appoggiati alle ginocchia, le mani sono nel mudra dell'iniziato (pollice e indice a contatto, medio, anulare e mignolo sono tesi e tra di loro vicini).

  • Inspirazione (puraka): si esegue con la cintura addominale controllata e si assorbe più aria possibile sollevando le costole, termino l'inspirazione quando sento che non potrebbe più entrare altra aria nei polmoni. 
  • Ritenzione (kumbhaka): terminata l'inspirazione fermo il respiro e chiudo completamente la glottide, lo trattengo per due secondi. 
  • Espirazione (rechaka): la glottide si apre un pò e contraggo vigorosamente la parete addominale per espellere tutta l'aria immagazzinata nei polmoni. Il respiro avrà un suono ben udibile. -
  • Ritenzione (kumbhaka) trattengo il respiro con i polmoni vuoti due secondi.

BENEFICI

Riesce ad assorbire completamente la mente e ne riduce quindi le oscillazioni, viene mantenuta l'elasticità dei polmoni 

RESPIRAZIONE UJJAYI DURANTE LA PRATICA DEGLI ASANA

Il respiro non si ferma in alcun momento, lo sento bene dal suono emesso a causa della glottide parzialmente chiusa. Importante è equilibrare l'inspirazione e l'espirazione. Tendenzialemnte l'inspirazione viene eseguita nelle estensioni mente l'espirazione nelle flessioni.